Giovanni #508
Qual è la cosa più bella che hai fatto nella tua vita?
È stato fare un viaggio con i miei genitori una volta finito il liceo, nun m’o pozz mai scurdà, negli Stati Uniti. Sono stato a New York e Los Angeles. Uno spettacolo. È stata probabilmente la cosa più bella che ho fatto nella mia vita. Anzi, liev a miez ‘o probabilmente: è stata la cosa più bella che ho fatto nella mia vita. Lì ho visto un altro mondo (e con questo non voglio dire che Napoli non sia allo stesso livello), c’è qualcosa in più e lo percepisci già nell’aria.
Qual è la cosa più brutta che hai fatto nella tua vita?
Ne ho fatte di cose brutte, che non mi sono piaciute. Diciamo che la cosa che mi ha fatto sentire più una merda e in cui ho sbagliato parecchio, è stato tradire la mia ex ragazza in un periodo complicato. Agii per ripicca, senza pensarci e mi sentii più una chiavica di come mi sentissi prima.
Cosa ami fare?
Creare, dal disegnare allo scrivere. Ti faccio un esempio che non c’entra niente ma che ti fa capire quanto mi piace creare: hai mai giocato a quei videogame in cui devi creare un personaggio prima di cominciare il gioco? Ecco, il mio gioco era creare il personaggio. Perdevo ore e ore a crearlo e poi magari nemmeno ci giocavo, ma questo non toglie che il personaggio doveva essere perfetto. Con degli amici ho creato un gioco da tavolo finanziato da un sito di crowdfunding, ho scritto canzoni, ho dipinto: è la mia indole. Quando creo non penso a nient’altro, quando creo qualcosa è un orgasmo mentale assurdo perché è come staccare una parte di te e metterla in una cosa tramite un’arte, alla fine del processo quella cosa appartiene a te. In più mi piace tantissimo vedere cosa ne pensano le persone di quello che ho creato, mi da soddisfazione.
Cosa odi fare?
Odio la vita mondana, quello che oggi è definito il “divertirsi” per le persone. Vivere sui social, andare a ballare tutte le sere, avere la mondanità come unica via d’uscita. Litigo spesso con la mia comitiva proprio per questo perchè non la reggo. Sembra tutto una ricerca dell’apparire o dell’attenzione. Se ci fai caso, e te ne accorgerai più tra le ragazze, non vanno più a ballare perché piace. Vanno a ballare per farsi un’immagine, per farsi notare in qualche ambito. Da lì parte tutto un altro discorso che non è più il “perdere una serata”, ma va nel sociale e nella psicologia di queste persone. Vanno nei locali a fare determinate cose, le documentano per filo e per segno senza viverle e questo non è più divertimento. Il divertimento può essere anche andare a mangiare un panino, starcene a fare un fatto qualsiasi e lo sappiamo solo io, te e chi era con noi (se ci vogliamo fare una foto ce la facciamo pure peccarità) ma non deve essere il punto di partenza o quello di arrivo: il fine non deve essere quello di far vedere agli altri quello che stai facendo in modo tale che possano giudicarti o farsi un’idea sulla tua vita e decretare se è buona o cattiva. Il fine deve essere che tu ti devi sentire meglio nella tua vita facendo determinate cose. E quindi odio seguire quest’onda di questa cosa che non so manco come chiamarla, la chiamo mondanità.