Vincenzo #720
Qual è la cosa più bella che hai fatto nella tua vita?
Mia figlia. E no, non è la classica risposta. Ho sempre amato i bambini, sto bene tra i ragazzi e i giovani in generale, perchè mi piace giocare, ridere e scherzare: sono fatto così. Sposando mia moglie, l’idea comune era quella di costruire una famiglia numerosa e non ci siamo riusciti per una serie di motivi: prima un parto gemellare in cui mia moglie ebbe un aborto spontaneo, subito dopo avemmo un bambino, Giuseppe, che morì soffocato in ospedale per incuria dei medici, poi si otturarono le tube e mia moglie clinicamente non avrebbe più avuto bambini. È stato un periodo bruttissimo, stavamo davvero male, e volevamo un bambino. Pensammo all’inseminazione artificiale, poi andai all’Avvocatella da Padre Gennaro che mi disse “voi avrete un figlio e ne avrete ancora, continuate così che arriverà”. Facemmo di nuovo l’isterosalpingografia, per vedere in che stato fossero le tube, e non si sa come…erano libere. Dopo 15 giorni mia moglie fece il test di gravidanza e dopo 9 mesi nacque mia figlia. Come faccio a dire che non è la cosa più bella che ho fatto nella mia vita?
Qual è la cosa più brutta che hai fatto nella tua vita?
Lasciare mio padre all’ospedale quando non stava bene. In quel periodo mia madre stava male, sapevamo che non aveva ancora molto tempo davanti a sé, e mio padre era l’unico che più le stava dietro e se ne prendeva cura. Dimagrì tantissimo, accusava dolori fortissimi alla schiena, ma tutti pensavamo tutto fosse relativo al dolore che provava nel vedere mamma così. Preoccupato, lo portammo in una serie di ospedali e dottori ma nessuno riusciva a capire cosa avesse. Il suo era un dolore continuo, lancinante, lo portammo a Villa Stabia a Castellammare e un dottore si accorse subito della situazione, mi disse che “non stava bene” e che doveva essere trasferito al Cotugno. Contemporaneamente avevo problemi a casa, all’epoca mia figlia era piccola e dovevo tornare a casa per dare una mano a mia moglie, cercando aiuto anche nei miei fratelli e zii. Senza dare troppe spiegazioni a papà, gli dissi che sarei andato via per un momento e che c’era zia con lui, che fortunatamente mi aveva raggiunto. Il tempo di arrivare a casa e dall’ospedale che ricevetti la telefonata dai medici che mi dicevano che era in rianimazione. Papà morì dopo qualche minuto senza di me. Non so se è stata una cosa cattiva, ma è di sicuro la cosa che mi pento di aver fatto.
Cosa ami fare?
Vivere, e fare tutte le cose con impegno. Mi piace andare in canoa, mi piace scrivere poesie (ne ho scritte una 70ina), amo fare quello che faccio.
Cosa odi fare?
Dire bugie, amo la verità su tutto. La bugia per me è sinonimo di cattiveria, di falsità. Riesco solo ad accettare le bugie a fin di bene.